Nel corso di questi anni sta diventando sempre più evidente come uno stato infiammatorio sia nocivo su molti aspetti della nostra salute, non solo su malattie strettamente infiammatorie.
Si sono sviluppati quindi linea di pensiero e sperimentale che, attraverso variazioni dello stile di vita, alimentazione e attività fisica, riescano a modificare lo stato infiammatorio del nostro fisico.
Lo stato infiammatorio può essere definito attraverso alcuni esami ematochimici molto precisi.
Interessante un recente studio condotto su una popolazione finlandese di 677 partecipanti (ugualmente distribuito fra i due sessi) affetti da diabete di tipo 1 (insulino dipendente). In questi soggetti è stata studiata l’aderenza alle raccomandazioni dietetiche e il suo impatto su parametri del sangue indicatori di uno stato infiammatorio (PCR). I ricercatori finlandesi hanno scoperto che i pazienti che seguivano nel modo più completo le raccomandazioni dietetiche avevano tipo infiammatorio migliore rispetto ai pazienti meno disciplinati nel seguire le raccomandazioni dietetiche.
E noto che uno stato infiammatorio attivato costituisce un fattore di rischio per malattie cardiovascolari. E’ quindi probabile, anche se non documentato con certezza da questo studio, che i soggetti che riescano a ridurre lo stato infiammatorio attraverso una dieta adeguata, siano esposti ad un rischio cardiovascolare inferiore.
Ahola AJ et al, Diabetes Res Clin Pract, 2017
Prof. Antonio Secchi,
Centro Medico Visconti di Modrone
Specialista in Diabetologia
Istituto Scientifico San Raffaele
Primario dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e dei Trapianti
Questo e’ il report sintetico di un articolo comparso sulla stampa medica specializzata: ogni applicazione di quanto qui riportato va condotta sotto controllo medico.