La gonalgia rappresenta uno dei motivi più frequenti di una visita ortopedica. Mentre nei pazienti giovani le cause sono maggiormente di natura traumatica e richiedono trattamenti conservativi o chirurgici mirati, in pazienti di età avanzata e con un ginocchio in via di usura (artrosi), la gestione del problema può essere più complicata e può richiedere la combinazione di diverse terapie. Ne parliamo con il Dottor Florian Fischer specialista ortopedico del Centro Medico Visconti di Modrone.

Spesso la gonalgia ha un’insorgenza lenta senza particolari cause come cadute o strappi, con un dolore infiammatorio progressivo che si manifesta al riposo e si attenua con il movimento: oltre a banali patologie come tendiniti, borsiti o cisti articolari che di solito guariscono senza particolari terapie o qualche infiltrazione, ricordo altre cause come le più comuni patologie reumatiche (artrite reumatoide, artropatia psoriasica) e le artropatie da cristalli (gotta o la pseudogotta “condrocalcinosi”) che necessitano spesso un trattamento plurispecialistico (ortopedico-reumatologo-internista).

La causa invece più frequente di dolore del ginocchio “di una certa età” rimane l’artrosi – l’usura e progressiva distruzione parziale o completa dell’articolazione. Questa è fortemente influenzata da fattori come attività sportive o lavorative, sovrappeso, traumi pregressi e un allineamento scorretto degli arti. Se nella gamba “dritta” il carico dal femore alla tibia avviene in modo equilibrato dividendo la pressione alla pari, nel ginocchio varo (a “O”) essa agisce specialmente sul comparto interno e nel ginocchio valgo (“a X”) all’esterno. Maggiore è la riduzione del panno cartilagineo, maggiore è la lassità del legamento collaterale e più grave diventa di conseguenza l’usura dei capi articolari fino a un dolorosissimo contatto osso-osso (vedi la foto), dando al paziente perfino una sgradevole sensazione di instabilità (circolo vizioso).

Quello che inizia quindi con dolori in rima articolare, nel cavo popliteo o solo durante alcuni movimenti può essere gestito da terapie antiinfiammatorie, infiltrazioni, tutori o fisioterapia. In casi resistenti è indicato un breve intervento artroscopico che bonifica il menisco degenerato, ma che può ridurre le sue dimensioni e le sue capacità ammortizzanti e quindi, specialmente in un ginocchio già sofferente per usura, aumentare il sovraccarico, dislocare il menisco residuo e provocare dell’edema osseo come ulteriore segno di sofferenza del comparto articolare, ben visibile alla risonanza magnetica.

A tal proposito e in base alla gravità dell’usura del ginocchio sarà l’abilità e l’esperienza del medico a scegliere, in accordo con il paziente, la strategia terapeutica migliore:

  • un trattamento conservativo, infiltrazioni, infusioni endovena di bifosfonati (insieme al reumatologo!) o iniezioni di cemento biologico nel sofferente osso subcondrale contro l’edema osseo;
  • un intervento chirurgico di riallineamento extra-articolare dell’asse del ginocchio (osteotomia) per spostare l’asse di carico dal comparto doloroso verso quello sano;
  • un intervento di sostituzione protesica parziale o totale del ginocchio nei pazienti più sofferenti e limitati.

Nonostante informazioni infinite circa le ultime novità nel campo ortopedico, l’unico trattamento risolutivo dell’artrosi rimane la sostituzione protesica. Mentre l’impianto totale spesso viene temuto dai pazienti, la protesi monocompartimentale, che riveste il ginocchio solo parzialmente come un’otturazione copre una carie, rappresenta un trattamento molto apprezzato, perché permette ai pazienti, dopo solo 3 giorni di ricovero e 15 giorni di stampelle, la più veloce ripresa funzionale persino anche delle maggiori attività sportive.

Esempio di un contatto osso-osso in una gonartrosi mediale, trattata successivamente con protesi parziale.

 

Fonte: Tgcom24