La Dottoressa Laura Pisoni, specialista Reumatologa del Centro Medico Visconti di Modrone, condivide con noi le indicazioni della Società Italiana di Reumatologia.
Le malattie reumatologiche sono disturbi gravi, dolorosi, potenzialmente invalidanti che risultano in forte crescita nel nostro Paese. In totale colpiscono oltre cinque milioni di Italiani.
Le malattie reumatologiche possono provocare danni irreversibili sia all’apparato locomotore che agli organi interni; tuttavia la diagnosi precoce e il tempestivo intervento terapeutico sono in grado di limitare notevolmente e in alcuni casi annullare la progressione del danno, con conseguente miglioramento della qualità di vita e della sopravvivenza delle persone colpite. Per limitare i danni all’apparato locomotore diventa quindi fondamentale riuscire ad intervenire prima che sia troppo tardi. 

 

Le malattie reumatologiche

 

Sono molto differenti tra di loro sia per come si manifestano (sintomi) sia per le cause che le determinano. Colpiscono soprattutto le articolazioni, lo scheletro e l’apparato muscolare, ma a volte coinvolgono anche organi interni ed altri tessuti.
Si possono dividere in quattro categorie:

  • Malattie degenerative (come l’artrosi)
  • Malattie infiammatorie (per esempio le artriti)
  • Malattie autoimmuni sistemiche (anche definite connettiviti)
  • Malattie dismetaboliche (come la gotta), legate a errori del ricambio di alcune sostanze endogene

L’infiammazione risulta come la conseguenza di un’anomala risposta del sistema immunitario, come nel caso di molte malattie reumatiche “autoimmuni”.
Quelle reumatologiche sono, di solito, patologie subdole e silenziose, danneggiano a poco a poco le articolazioni e i tessuti circostanti senza dare, in un primo momento, segni evidenti. Si manifestano poi sintomi quali il dolore a cui seguono le prime difficoltà di movimento e, se non curate, possono portare gradualmente ad una condizione di disabilità. I disturbi più gravi, inoltre, se non controllati e curati adeguatamente, determinano con sempre maggiore frequenza i ricoveri ospedalieri.

 

Le principali patologie

 

Artrosi: interessa la cartilagine che riveste le ossa a livello delle articolazioni. Se questo tessuto si assottiglia e si frammenta, risulta impedito il normale movimento dei capi articolari e compaiono dolori e difficoltà motorie. L’articolazione diventa così meno mobile e l’osso sottostante reagisce con la produzione di esuberanze  ossee note come osteofiti.
Le articolazioni più colpite sono: colonna vertebrale, mani, piedi, anche e ginocchia.

Artriti: sono dovute all’infiammazione delle articolazioni.
Si manifestano a livello delle articolazioni colpite, con dolore, gonfiore, arrossamento e aumento della temperatura. Ci sono forme che interessano anche altri tessuti e organi, tra cui cute, muscoli, polmoni, occhio, intestino, legamenti e tendini. Esistono anche artriti infettive, dovute cioè alla infezione diretta da parte di germi (batteri, virus, etc.).

Artrite reumatoide: è una forma di artrite infiammatoria cronica autoimmune che coinvolge le articolazioni di mani, piedi, polsi, caviglie, ginocchia, anche, gomiti e spalle. L’impatto della malattia è alto e può obbligare a cambiamenti significativi nello stile di vita. I sintomi dolorosi rendono difficili, se non addirittura impossibili, semplici azioni quotidiane come guidare l’automobile, girare una chiave nella serratura, aprire un vasetto, salire le scale, vestirsi o lavarsi.

Spondilo-entesoartriti: sono un gruppo di malattie croniche caratterizzate da lombalgia infiammatoria ed entesite (infiammazione a livello della giunzione tra tendini, legamenti e osso). In molti casi queste forme di artrite si associano a una comune malattia cutanea come la psoriasi.

Spondilite anchilosante: è una comune forma di artrite infiammatoria. Se non trattata porta a un progressivo irrigidimento della colonna vertebrale con atteggiamenti in flessione obbligata del collo e impossibilità a flettere la colonna.

Reumatismi extraarticolari: coinvolgono soprattutto i tendini, i legamenti, le borse sinoviali ed i muscoli. Si differenziano in forme localizzate (tendiniti, periartriti, borsiti e sindromi dolorose miofasciali) e forme generalizzate. Tra queste ultime, la più comune e diffusa è la sindrome fibromialgica (caratterizzata da dolore diffuso, spesso grave ed invalidante, che deve essere affrontato con cure specifiche).

Gotta: è causata da un’eccessiva produzione o da una scarsa eliminazione (attraverso le urine) di acido urico. Nelle articolazioni si depositano cristalli di urato che sono in grado di causare infiammazione, gonfiore, rossore e dolore intenso soprattutto a livello dell’alluce. Anche le mani, le caviglie, i polsi e le ginocchia possono essere interessati.

Connettiviti: sono contraddistinte da un’infiammazione cronica, sostenuta da una patogenesi autoimmune, di numerosi e diversi tessuti dell’organismo. Per questa particolare caratteristica le connettiviti sono malattie sistemiche.

Osteoporosi: è una patologia molto frequente nell’anziano, è caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea associata ad un deterioramento dell’osso con conseguente fragilità scheletrica. Questa si traduce nella comparsa di fratture che possono verificarsi per piccoli traumi o anche spontaneamente. Le fratture osteoporotiche interessano il radio distale, i corpi vertebrali e gli estremi prossimali dell’omero e dei femori.

Fonte: Tgcom24