La patologia emorroidaria è sicuramente il quadro clinico più conosciuto, molto frequente nella popolazione, spesso sottovalutata dal paziente per un ingiustificato senso di vergogna o imbarazzo. Le emorroidi sono un ricco plesso di tessuto vascolare presente al disotto della mucosa del canale anale, ove forma tre cuscinetti fondamentali per la continenza ai gas e ai liquidi. Non sono ancora del tutto chiari i fattori e i meccanismi della genesi della patologia emorroidaria, tuttavia esistono numerosi fattori coinvolti: dietetici, ereditari, abitudinari legati allo stile di vita, in particolar modo la sedentarietà e la stitichezza. “I sintomi di presentazione possono essere variabili: prolasso emorroidario, prurito, bruciore, senso di peso perianale, sanguinamento, trombosi e congestione emorroidaria.

Molto frequente è il soiling o “ano umido”, ovvero la sensazione di ano “bagnato” o di sporcare la biancheria con residui fecali. Anche le marische (tessuto cutaneo esuberante in sede perianale a volte soggetto a fenomeni di infiammazione) sono manifestazione di patologia emorroidaria cronica. La diagnosi parte dall’esecuzione di una visita proctologica con anoscopia”, ci spiega il Dott. Pietro Muselli, specialista in Chirurgia Generale-Coloproctologia del Centro Medico Visconti di Modrone.

La terapia conservativa
Basata su:
-Norme dietetiche: al fine di mantenere regolare l’attività intestinale, privilegiando alimenti che facilitino la progressione intestinale, oppure integrando con fibre non riassorbibili come le fibre del germe dello Psyllo -Attività fisica: aiuta a tonificare i muscoli addominali e quelli del pavimento pelvico, aiuta a combattere la stitichezza
-Igiene anale: con abbondanti lavaggi di acqua tiepida. Mai acqua fredda o ghiaccio!

La terapia medica
-Assunzione di flavonoidi: integratori alimentari che potenziano il tono delle pareti venose determinando una maggiore resistenza delle stesse al traumatismo dovuto al passaggio delle feci
-Pomate topiche a base di antinfiammatori: particolarmente utili nelle fasi acute, permettono di contenere il dolore del paziente
-Assunzione di antinfiammatori per os: FANS o cortisonici possono essere utilizzati in particolari casi di crisi e congestione emorroidaria al fine di accelerare il processo di risoluzione della flogosi.

La terapia chirurgica
Ambulatoriale

1) Legature elastiche: facili da eseguire, non richiedono anestesia lombare, permettono un immediato recupero
2) Scleroterapia con laser: facili da eseguire, non richiede anestesia lombare, permette un immediato recupero
3) Incisione e drenaggio di trombosi emorroidaria

Chirurgica day hospital o overnight (ricovero di una notte)

1) Pessia manuale del prolasso mucoso con conseguente lifting del plesso emorroidario: tecnica di facile esecuzione, richiede anestesia spinale.
2) Emorroidectomia aperta secondo Milligan-Morgan o con tecnica chiusa secondo Ferguson: indicata soprattutto nei paziente con singolo gavocciolo emorroidario prolassante o in caso di prolasso emorroidario non riducibile.
3) Prolassectomia meccanica con STAPLER CIRCOLARE è in assoluto la tecnica chirurgica più indolore. Prevede una resezione circolare del prolasso rettale, il confezionamento contemporaneo di un’anastomosi retto-rettale con conseguente riposizionamento all’interno del canale anale del plesso emorroidario.