COMUNICATO STAMPA
In Italia lo annuncia ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus, in occasione della giornata mondiale del cuore del 29 settembre
Milano 27 settembre 2017 – Le malattie causate dalla Trombosi sono aumentate negli ultimi 25 anni e sono destinate ad aumentare. Oggi sono più di 85 milioni le persone che in Europa hanno conosciuto da vicino una delle malattie causate dalla Trombosi, riportando gravi invalidità come quelle lasciate da un Ictus o da un Infarto del miocardio e contribuendo a un incremento drammatico dei costi sanitari, stimati in Europa in 210 miliardi di euro l’anno, ovvero il 33% del budget dell’Unione Europea per il 2017. Se è vero che potrebbero essere ridotte almeno di un terzo, e lo è, vorrebbe dire che si potrebbero risparmiare in Europa70 miliardi di euro l’anno. Allora perché non ci siamo ancora riusciti?
Da 30 anni ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus è impegnata nella sensibilizzazione della popolazione italiana sull’importanza delle malattie da Trombosi, cercando di insegnare che cosa vuol dire Trombosi, come si manifesta, quali sono i sintomi da non sottovalutare, che fare se si manifestano, come curarla, come evitarla, come modificare abitudini non sane che, in alcuni di noi più fragili di altri, possono scatenare confusione nel sistema della coagulazione del sangue, che incomincia a coagulare in modo inappropriato, dovunque nel corpo, causando Ictus cerebrale, Infarto, Embolia.
Quando ALT è stata fondata da pochi mesi era stata pubblicata un’immagine che mostrava con chiarezza una coronaria malata di aterosclerosi, che si chiudeva e provocava Infarto del miocardio proprio a causa di un Trombo: ci sono voluti trenta anni perché questa constatazione venisse compresa, trent’anni durante i quali i meccanismi della Trombosi sono stati studiati e compresi in profondità, anche se ancora non del tutto. E finalmente un professore autorevole come Eugene Braunwald durante il recente congresso della Società Europea di Cardiologia a Barcellona, davanti a 35mila cardiologi provenienti da tutto il mondo ha dichiarato che è arrivato il momento di parlare di trombocardiologia.
La Trombosi provoca la stragrande maggioranza delle malattie cosiddette cardiovascolari, ovvero un frammento di trombo che diventa embolo causa la stragrande maggioranza degli Ictus cerebrali, o le ischemie o gli Infarti del rene, dell’intestino, delle arterie periferiche, che spesso portano all’amputazione o a gravi invalidità.La Trombosi provoca malattie che conosciamo con il nome dell’organo che colpisce: la Trombosi coronarica provoca Infarto del miocardio, la Trombosi di una qualunque arteria provoca Ischemia, la Trombosi in una vena provoca flebite o Trombosi venosa superficiale o profonda, i frammenti di trombo che si liberano nel sangue provocano embolia nel polmone (Embolia polmonare) o nel cervello (Ictus cerebrale).
Un Trombo è un coagulo di sangue, che si forma in un momento e in un punto in cui non si sarebbe dovuto formare. Quando si forma su una ferita visibile lo chiamiamo coagulo, serve per fermare l’emorragia, guarire l’infiammazione, guidare la costruzione della cicatrice.
Quando si forma all’interno di una’arteria, di una vena o di un capillare ha il medesimo obiettivo: guarire; ma deve agire rapidamente per raggiungere il suo obiettivo e sciogliersi altrettanto rapidamente, per non bloccare la circolazione del sangue in quel vaso che ucciderebbe le cellule che quel vaso nutriva.
Se chiamiamo le malattie partendo non dall’organo che colpiscono ma dal meccanismo che le provoca, ci accorgiamo che le malattie causate da Trombosi sono le più diffuse al mondo: colpiscono il doppio dei tumori. Si possono evitare in un caso su tre, almeno, eppure sono ancora sottovalutate, anche se, sotto il nome generico e impreciso di malattie cardiovascolari, sono l’incontro più probabile per la stragrande maggioranza di noi, tanto più probabili quanto più avanziamo nell’età, ma non impossibili nei bambini e perfino nei neonati.
La prima causa di morte e di invalidità precoce nel mondo cosiddetto industrializzato, prevenibile in un caso su tre. Ogni anno in Italia 200mila persone potrebbero non essere colpite, risparmiando vita denaro e qualità della vita a sé e ai proprifamigliari. Ma allora perché i casi di Trombosi continuano ad aumentare? «Perché la popolazione che oggi si avvia a superare i 60 anni» – dichiara la Dott.ssa Lidia Rota Vender, specialista in ematologia e malattie cardiovascolari da Trombosi e Presidente di ALT- «è molto più numerosa rispetto al passato. Sono i baby boomers, i figli del boom economico, quel boom che nel dopo guerra ha permesso a tanti italiani di sognare e a molti di realizzare i propri sogni, anche attraverso una famiglia numerosa, ricca di figli e di voglia di fare. O forse perché la prevenzione delle malattie cardiovascolari da Trombosi richiede non solo o non sempre, farmaci, ma sempre collaborazione e forza di volontà, quella che è necessaria per fare scelte intelligenti che non ci tolgano momenti di gioia di vivere ma ci lascino la gioia di vivere a lungo e bene, senza criminalizzare il vizio, ma scegliendo di non cascarci; perché richiede che ognuno non faccia esami del sangue più o meno costosi per rassicurarsi di “stare bene”, ma passi invece davanti allo specchio della propria camera da letto e della propria coscienzae si informi sulla storia della propria famiglia, per capire quanto il suo corpo può permettersi. Noi siamo il frutto della genetica dei nostri genitori: che possono essere grassi, diabetici, ipertesi, o avere il colesterolo alto;-continua la dottoressa Rota Vender – ma non ci troviamo su un sentiero senza ritorno che ci porterà per forza ad avere i loro stessi problemi, anzi, possiamo avere il privilegio di sapere prima che cosa rischiamo, se non provvediamo per tempo a fare scelte diverse da quelle che loro stessi hanno fatto, volontariamente o inconsapevolmente. Loro non sapevano quello che noi oggi sappiamo, le madri dei nostri genitori avevano l’ossessione di soddisfare la fame dei propri bambini perchè ne avevano patita tanta, durante la guerra. La maggiore disponibilità di denaro e la pubblicità ci hanno guidato verso alcuni “vizi” che a lungo andare hanno corroso la salute dei nostri genitori e la nostra».
Dott.ssa Lidia Rota Vender